Il sangue è vita
(Dracula)
#70
SIGNORI DEI NON-MORTI
1.
Quando il sole è tramontato da tempo
e le brave persone si apprestano ad andare a dormire, altri personaggi escono
allo scoperto. La notte è il loro regno e dove camminano loro la gente per bene
non osa avventurarsi e se per disgrazia dovessero incrociare la loro strada, si
affrettano ad allontanarsi… se ci riescono. No: non sono i vampiri o altre
creature soprannaturali ma membri della razza umana e sanno essere ancora più
spietati.
La Grande Londra, come ogni altra
metropoli moderna, ha i suoi quartieri malfamati, anche se negli anni sono
stati fatti notevoli sforzi per “bonificarli”. Ancora oggi chi si trovasse a
passeggiare per Soho dopo il tramonto si imbatterebbe facilmente in prostitute
e spacciatori che approccerebbero l’incauto passante offrendogli praticamente
di tutto.
Angel O’Hara maledice il suo pessimo
intuito in fatto di uomini. Chi si aspettava un verme simile? Mai accettare
appuntamenti al buio, si dice per l’ennesima volta. Adesso deve anche farsela a
piedi sino alla fermata della metro.
Un uomo la ferma.
-Hai bisogno di
qualcosa, bellezza? Con me ho tutto quello che serve se vuoi sballarti un po’.-
-No, grazie, non mi
serve niente di quel che hai.- replica la ragazza irlandese.
-Davvero? Beh,
forse tu hai qualcosa che interessa me e certi miei amici. Una come te potrebbe
tirar su un sacco di soldi se capisci cosa intendo. Le rosse vanno sempre
forte.-
Parlando l’uomo le sfiora i capelli
ed Angel lo scosta con stizza.
-Non sono
interessata neanche a quello e toglimi quelle manacce di dosso.-
-Ma chi ti credi di
essere?-
L’uomo stringe Angel per un polso ma
prima che possa fare altro una stretta ferrea al collo lo ferma. A sollevarlo
come se fosse senza peso è stata una donna dai lunghi capelli corvini fermati
da una tiara dorata che indossa una calzamaglia scura con una scollatura sino
all’inguine e un mantello rosso.
-Hai commesso un
grave errore uomo.- gli dice -Nessuno attacca chi è protetta dalla figlia di
Dracula senza pagarne il prezzo.-
L’uomo osserva affascinato le labbra
rosse della donna aprirsi e scoprire due file di canini appuntiti. La
consapevolezza di sé gli ritorna nel momento stesso in cui quei denti candidi
affondano nella sua gola. Vorrebbe urlare ma dalla bocca gli esce solo un
gorgoglio.
Cade al suolo con un tonfo sordo.
-Appena
soddisfacente.- borbotta la vampira poi si volge verso Angel O’Hara che solo ora
sembra scuotersi da una specie di trance.
-Lilith!- esclama
la ragazza.
-Sei davvero tanto
sorpresa di vedermi, Angel?- replica la Figlia di Dracula -Eppure ti avevo
detto che sia tu che tuo figlio siete sotto la mia protezione.-
-Credevo che dopo…-
-Dopo che mi hai
tradito impadronendoti del mio corpo ed aiutando i miei nemici [1]
io ti volessi morta? È così, infatti, ma accadrà quando sarò io a deciderlo e
nel frattempo chiunque dovesse provare a farti del male se la vedrà con me. Ma
basta con queste sciocchezze, ora tu farai una cosa per me.-
-Non sono più la
tua serva.-
-Non ti ho mai
considerata tale.-
-Davvero? Fatico a
crederci. Per come la vedo io, mi hai sempre considerata sacrificabile.-
-Pensala come ti
pare, non m’interessa. Avverti il tuo amico Ispettore Capo Chelm che un grande
pericolo sta minacciando questa nazione e che ascolti la strega e si guardi da
Thulsa Doom.-
-Non capisco.
Perché credi che mi ascolterà?-
-Forse non ti
crederà all’inizio ma alla fine lo farà ed anche i suoi capi, vedrai. Ed ora
va’, torna dal tuo piccolo Teddy che ti aspetta fiducioso. Nessuno ti fermerà,
te lo assicura la Signora dei Vampiri.
Angel corre via e quando,
finalmente, raggiunge la fermata di Piccadilly Circus le sembra di udire ancora
l’eco della risata di Lilith.
Nel bel mezzo del Deserto del Sahara
si trova una città. Diversa da ogni altra: un’incredibile serie di costruzioni
di marmi e granito dai mille colori, che sorge su una collina circondata dalle
acque di un lago. Il suo nome è Lycopolis ed è il centro vitale di quello che
si autodefinisce il Popolo, una razza nascosta di lupi antropomorfi
sviluppatasi parallelamente a quella umana, non più tanto nascosta ormai, visto
il luogo dove ultimamente ha scelto di vivere.
Nel centro di questa straordinaria
città sorgeva un tempio ora completamente distrutto ed è dalle sue rovine
escono alcuni dei suoi particolari abitanti.
Il primo ad emergere è Romeo
Doria-Pamphili, giovane mutante romano, esponente, sia pur di un ramo minore e
decaduto di un’antica famiglia dell’aristocrazia romana e genovese. Dietro a
lui i suoi compagni nella cosiddetta Squadra Gamma: Karshe, dal pelo argenteo e
grigio vestito come uno sciamano della tribù indiana perduta dei Cheemuzwa di
cui è membro adottivo, Bethany Rose McCarthy, il cui nome di battaglia è
Pleias, irlandese di nascita e unica femmina del gruppo, pelo rossiccio, completamente
nuda come il maschio accanto a lei, dal pelo rossiccio, e l’aria minacciosa,Carlos
Lobo, alias Espectro. Alle loro spalle Myles Alfred, che si fa chiamare Vivisector
ed indossa un tanktop bianco con su la scritta in caratteri graffiati ‘BAD
DOG!’sopra un paio di shorts neri. E un vero gigante dal lungo pelo bianco e
lame ossee che decorano il suo cranio e gli arti all’altezza delle articolazioni.
Si chiama Kody ma il suo nome di battaglia è Behemoth. Nessuno di loro è un
vero membro del Popolo, sono ibridi o mutanti a cui il Popolo ha offerto una
casa ed uno scopo.
-Cosa mi sono
perso?- chiede il mutante romano.
-Ti spiace ripetere in Inglese?- gli
chiede Jack Russell, licantropo dal pelo rossiccio -Me
la cavo bene solo con lo Spagnolo e non era la lingua che hai usato, anche se
ci somiglia mi pare.-
-È Italiano.-
risponde Romeo nella lingua del suo interlocutore -Mi hanno sempre detto che me
la cavo bene con l’Inglese.-
-A parte un accento atroce.- commenta
un licantropo dal pelo grigio accanto a Jack.
-Chi ha chiesto il
tuo parere?- ribatte Romeo –E voi chi sareste, comunque?-
-Mi chiamo Jack
Russell e questi sono mia sorella Lissa, mio zio Philip e sua figlia
Nina.- risponde
Jack indicando una licantropa dal pelo scuro, il licantropo che aveva parlato
prima ed infine una ragazza bionda dalla pelle bianchissima, gli occhi rossi e
zanne al posto dei canini -Quanto a chi, o meglio, cosa, siamo, dovresti
averlo capito da solo.-
-Che siate
licantropi è ovvio ma direi che non siete di qui. Mutanti anche voi?-
-Non esattamente.- risponde evasivamente l’altro. Non gli
sembra il momento di spiegare che la sua famiglia è vittima di una maledizione
che ne trasforma i membri in licantropi al compimento del diciottesimo anno di
età.
Proprio in quel momento Karshe punta
il dito verso Nina dicendo:
-C’è qualcosa in
lei. Qualcosa di anomalo.-
Perfetto, pensa Jack.
A New Orleans, Louisiana, nella sede
del Dipartimento di Polizia, le cose si stanno facendo decisamente difficili.
Il Comandante Peter Hawkins,vice
capo dei detective, è stato contaminato da un virus inoculatogli dalla bella ma
letale Dottoressa June Covington che lo ha trasformato in una sorta di zombie
preda di una cieca furia omicida e non è la sola cattiva notizia.
Mentre Hawkins si agita
scompostamente trattenuto a fatica dallo spettro di Daniel Drumm, che è entrato
nel suo corpo alle sue spalle i poliziotti colpiti dalla sua furia si stanno
rialzando, la pelle insolitamente pallida per i bianchi e grigiastra per i
neri, gli occhi incavati e spenti, i movimenti a scatti.
-È un incubo!-
esclama il Vice Sovrintendente Samuel Tate.
I rianimati si fanno sempre più
vicini a Tate e Fratello Voodoo.
-Ci stanno
intrappolando!- esclama ancora il poliziotto.
-No.- replica,
risoluto, Jericho Drumm -Sono loro ad essere in trappola.-
2.
Nina Price scrolla le spalle con noncuranza e
replica:
-Se intendi dire
che non sono una lupa, direi che è piuttosto evidente.-
Karshe le si avvicina e la annusa.
-C’è qualcosa in
te…- dice -… nonostante la tua forma umana sei una di noi e al tempo stesso non
lo sei. Sento in te la sete del vampiro e la forza del lupo, ma come può essere
possibile?-
Karshe punta il suo bastone da
sciamano contro il petto di Nina e sembra ascoltare voci che solo lui può udire
infine torna a parlare:
-Vedo… nella notte
in cui avresti raggiunto la pienezza del tuo essere una vampira ti ha assalito
passandoti la sua maledizione. Al calar del sole la tua natura di vampira si
manifesta e prende il sopravvento… ma che ne è della tua natura di licantropa?-
Karshe le tocca il petto con la
punta del suo bastone e Nina urla.
A New Orleans Fratello Voodoo
osserva, apparentemente imperturbabile, i cosiddetti rianimati farsi avanti con
movimenti sgraziati. Dire che non è preoccupato sarebbe sbagliato: non
sottovaluta di certo il pericolo ma quelli che ha di fronte, per quanto creati
dalla scienza, invece che dalla magia, sono pur sempre zombie, morti viventi, e
lui sa cosa fare contro i morti viventi.
-Che intendi dire?-
gli chiede Samuel Tate.
-Il contagio non
deve espandersi.- spiega Jericho Drumm -Ho sigillato misticamente questa
stanza. Nessuno può entrarvi o uscirne finché non avrò sconfitto i rianimati e
neutralizzato la loro minaccia.-
-E come pensi di
riuscirci prima che siano loro a farci fuori?-
-Conoscete già il
modo di fermarli: sparategli alla testa.-
Tate sa che ha ragione e non se lo
fa ripetere. L’istinto di sopravvivenza è più che sufficiente a fargli superare
la riluttanza a sparare su gente che conosce e con cui lavora.
Jericho si concentra. Richiama a sé
lo spirito del fratello Daniel che abbandona il corpo di Peter Hawkins per
riunirsi a lui.
Davanti a lui Hawkins ha ormai perso
ogni parvenza di raziocinio ciò che lo anima è solo un istinto perverso,
ciononostante Fratello Voodoo avverte qualcosa di diverso in lui. Respinge
facilmente un suo assalto e lo tiene fermo per i polsi.
-Che cosa sei.?-
gli chiede -Come lo sei diventato?-
La sola risposta è un ringhio
gutturale. Hawkins tenta di morderlo e riesce a far cadere entrambi a terra. Improvvisamente
si blocca ed alza la testa come in risposta ad un silenzioso richiamo.
Le onde del Mare del Nord battono
sulle scogliere della Scozia ma vengono udite a malapena oltre le spesse mura
del Castello Salisgrave dove una perplessa Victoria Bentley esclama:
-Io sarei cosa?-
-Una discendente di
Kull il Conquistatore, cosa ci trova di strano?- risponde Victor Conte di Salisgrave
con voce tranquilla -Dopotutto le probabilità che un uomo vissuto oltre
ventimila anni fa abbia lasciato centinaia di migliaia, diciamo pure milioni di
discendenti è elevatissima. Secondo alcune stime Gengis Khan ne avrebbe avuti
16 milioni ed è vissuto soltanto 800 anni fa.-
-Gengis Khan è
realmente esistito mentre Kull è un personaggio di fantasia come… come…-
-Come Thulsa Doom
stesso oppure il Cavaliere Nero? Sì, sono al corrente del suo legame con quella
figura altrettanto leggendaria. Lei che ha incontrato Percy di Scandia e visto
le meraviglie di mondi oltre l’immaginazione umana, dovrebbe essere meno
scettica.-
-Bene, diciamo che
le credo.- sospira Victoria -Perché io e non uno degli altri?-
-Che razza di
domande: perché lei ha una speciale affinità con la magia che gli altri non
hanno, mi pare ovvio. Ora mi segua per favore.-
Salisgrave la conduce in una stanza
vicina-
-Qui troverà cimeli
di altre epoche raccolti e gelosamente custoditi da me e dai miei antenati,
cimeli come questi.- spiega.
Indica un diadema circolare ed una
pesante ascia bipenne.
-La corona e
l’ascia di Kull. Ora sono suoi.-
Victoria non sa cosa dire.
3.
L’Ispettore Capo Chelm
ne ha viste tante da quando dirige la Squadra Antivampiro della Polizia
Metropolitana della Grande Londra, altrimenti nota come Scotland Yard, ma deve
ammettere che anche la sua abituale flemma è scossa, quando una specie di buco
si apre nell’aria davanti a lui e ne esce una donna che indossa una tunica
azzurra scollata davanti e sulla schiena e con spacchi laterali. Sulle spalle
una corta mantellina, ai piedi dei sandali dello stesso colore, al collo un medaglione rotondo che ricade
nell’incavo del suo seno e che raffigura un unicorno che piega i garretti
davanti ad una dama. I lunghi capelli neri
sono fermati da un diadema circolare.
-Cosa…?- esclama Chelm
prima di rendersi conto di conoscere la donna -Miss Bentley, è proprio lei?
Dov’era finita?-
-Non c’è tempo per questo.-
ribatte Victoria Bentley -Abbiamo un nemico da affrontare: il peggior nemico di
tutti.—Cosa?-
-Quale nemico?-
-Thulsa Doom.-
Lycopolis. Dove prima
c’era una ragazza bionda vestita con un’attillata tutina color porpora ora c’è
una lupa dal pelo bianco che si guarda intorno confusa.
-Che mi venga…- esclama Jack Russell.
Philip Russell balza
su Karshe afferrandolo per il bavero e
grida:
-Cos’hai fatto a mia
figlia?-
-Ho solo mostrato il suo pieno potenziale, la sua eredità.- risponde il
licantropico sciamano -Quello che vedete è ciò che è destinato ad accadere ad
ogni luna piena.-
-Ma… perché non è
semiumana come noi?- chiede una
perplessa Lissa Russell, l’ultima di quella stirpe di licantropi trapiantata
negli Stati Uniti.
Karshe le si avvicina
puntando ancora il suo bastone sulla giovane lupa.
-È solo confusa dalla sua nuova condizione.- afferma - Coraggio,
sorella: fai ciò che sai di poter fare.-
Per un attimo non succede nulla poi la lupa dal
pelo bianco muta in forma antropomorfa.
-Io ce l’ho fatta!- esclama soddisfatta.
Suo padre si rivolge
ancora a Karshe:
-Dici che le accadrà ad
ogni luna piena, dunque.-
-Perché ti sorprendi? Non è ciò che accade ad ogni membro della tua
famiglia al compimento del diciottesimo anno? Quella che voi chiamate la vostra
maledizione?-
-Speravo di evitarla
almeno a lei. Ho fatto tutto quello che ho potuto per riuscirci, ho venduto la
mia anima e non è servito a nulla.-
-Forse avresti avere successo se quella vampira non avesse attaccato
tua figlia proprio nella notte fatale del suo diciottesimo compleanno
risvegliando ciò che era sopito in lei.-
-Volete smetterla di
parlare di me come se non ci fossi?- sbotta improvvisamente Nina Price –Io sono qui e sto bene.
E così è questo che vuol dire essere una licantropa? Non è poi così male.-
Di colpo
qualcosa accade: Nina è scossa da un brivido ed un secondo dopo è di nuovo
umana… o meglio: vampira.
-Cosa …?- esclama sorpresa.
-Non è ancora il momento ma la luna piena non è lontana ed allora tu
sarai pronta.- spiega Karshe -Ora andiamo: dobbiamo prepararci a combattere la
minaccia di Thulsa Doom.-
Il cimitero di
Highgate a Londra è famoso per molte cose ma sono pochi a sapere che è anche la
casa di alcuni dei vampiri residenti nel Regno Unito.
Sotto una cappella si
snodano dei cunicoli che sbucano in una caverna al centro della quale c’è un
seggio di pietra su cui siede Lilith la Signora dei Vampiri.
Vicino a lei i suoi
più fedeli collaboratori: Lord Ruthven, ambiguo vampiro scozzese, Carmilla von
Karnstein, di antica nobiltà austriaca e Sir Francis Varney, puritano inglese
divenuto vampiro per aver commesso un crimine che lui stesso definisce innominabile.
-Ebbene, Mia Signora…- dice Ruthven con un pizzico di ironia nella voce
-… pare che il tuo piano di riunire tutti i non-morti contro Thulsa Doom abbia
avuto successo. Quale sarà la tua prossima mossa?-
-Una senza precedenti.- risponde la Figlia di Dracula -E perché riesca
dovrò attraversare l’oceano e chiedere l’aiuto di uno che preferirebbe
piuttosto piantarmi un paletto nel cuore.-
-Intendi dire…?- chiede Carmilla.
Lilith fa una pausa
decisamente ad effetto e replica:
-Blade.-
4.
Hawkins si libera
della stretta di Fratello Voodoo e si lancia contro la porta della sala agenti
ma non riesce a varcarla. Spinge contro una barriera invisibile senza alcun
successo emettendo ringhi di pura frustrazione poi si lancia contro Samuel
Tate.
Il Vice Sovrintendente
sta per sparargli alla testa ma Fratello Voodoo lo ferma.
-No.- dice semplicemente.
I suoi occhi
incontrano quelli di Hawkins. Nella stanza risuona ancora il ritmo dei tamburi.
Dapprima ovattato poi sempre più forte. Hawkins si porta le mani alla testa e
mugola per poi cadere a terra.
Il suono dei tamburi
cessa di colpo.
-Non posso crederci!- esclama Tate -Come hai fatto?-
-Ho i miei metodi.- replica Jericho Drumm -Si assicuri che sia ben
legato e che sia esaminato da esperti. Questa cosa è troppo grossa per il suo
dipartimento. Contatti l’F.B.S.A. o lo S.H.I.E.L.D., loro sapranno cosa fare. -
-Non mi entusiasma ma credo che tu abbia ragione. Li chiamerò subito.-
Ancora si ode il
rumore dei tamburi e volute di fumo appaiono dal pavimento avvolgendo Fratello
Voodoo.
-Ma cosa…?- esclama il
poliziotto.
-Ho un’ultima cosa da fare.- afferma Jericho e scompare.
L’Ispettore Katherine
Fraser esce dal bagno maledicendo mentalmente gli effetti indesiderati della
gravidanza e rimane sorpresa nel vedere la donna in piedi davanti all’Ispettore
Capo Chelm che le rivolge un sorriso nel vederla:
-Buonasera Ispettrice.-
Victoria Bentley!- esclama Kate -Dove…-
-Dov’ero finita? L’Ispettore Chelm mi ha appena fatto la stessa
domanda. Diciamo che ho fatto una gita, forzata a dire il vero, in Scozia.-
-Dove ha trovato un nuovo sarto, vedo.-
Victoria non può fare
a meno di ridere.
-Qualcuno mi ha detto che se voglio fare la maga, devo anche
sembrarlo.- replica.
-In effetti mi ricorda Malefica, pettinatura a parte.-
-Mi fa piacere che abbia sempre il senso dell’umorismo. Ma ora vorrei
tornare alle cose serie.-
-Miss Bentley mi stava parlando di un nuovo pericolo.- conferma Chelm.
-Qualcosa che risale all’alba dell’Umanità o quasi.-
-Un altro?- sbotta Kate -Non bastavano Y’Garon e la sua Triade?
Cos’hanno di così speciale le Isole Britanniche da attrarre l’attenzione di
tutte le antiche entità malvagie?-
-Una naturale affinità con l’occulto e la magia, pare, e forse è per
questo che Thulsa Doom ha deciso di dedicar loro una particolare attenzione.-
-Thulsa Doom ?- esclama Kate.
-Chi è Thulsa Doom?- dice un’improvvisa voce maschile -Non ditemi, vi
prego, che è una parente del Dottor Destino.-
All’apparenza
quest’uomo è Francis Drake, rispettato agente di cambio della City, il cuore
finanziario di Londra, ultimo erede del ramo britannico di un’antica famiglia
che affonda le sue radici nella terra oggi nota come Romania e precisamente in
quella terra di mezzo un tempo coperta di boschi e foreste contesa con
l’Ungheria e culla di numerose leggende: la Transilvania.
Ma le apparenze, si
sa, possono ingannare e solo pochi sanno che da qualche tempo la personalità di
Frank Drake è stata sommersa, se non annientata da quella del suo più celebre
antenato: Vlad III, Voivoda[2] di
Valacchia, detto Tepes, l’Impalatore, ma più noto col soprannome che è poi
divenuto il nome del suo casato: il Figlio del Drago, Dracula, Signore dei
Non-Morti.
Da quando una
complessa serie di circostanze ha fatto sì che non solo la personalità di
Dracula fosse dominante nel corpo del suo discendente, ma anche che egli
potesse trasformarsi nel suo vero essere al calar delle tenebre, il Conte
Vampiro ha approfittato largamente delle opportunità offerte dalla sua attuale
condizione assaporando dopo secoli sensazioni che da non-morto gli erano negate.
Una delle cose più
divertenti per lui è il libero accesso alla Squadra Antivampiro di Scotland
Yard grazie all’attività di Frank come cacciatore di vampiri, ironia delle
ironie.
Appena entrato si
dirige verso i locali della Divisione Crimini Insoliti e vede una donna bionda
che esce da un ufficio vicino. La riconosce e si comporta come ci si aspetta da
lui:
-Buonasera, Ispettore Johanssen.- la saluta simulando una cordialità che
in realtà non prova.
Chi? Oh, è lei, Drake. Cosa ci fa qui?-
-Una semplice visita di cortesia.- risponde lui.
Constance Johanssen
gli sembra nervosa e non è da lei. Il suo istinto gli dice che c’è qualcosa che
non va, qualcosa di molto serio, ma cosa?
5.
Nell’atrio del
quartier generale del Dipartimento di Polizia di New Orleans June Covington si
ferma di colpo. Questa è un’interessante novità, pensa, un effetto secondario
del suo virus zombie 2.0. La sua mente è in contatto con quella di Peter
Hawkins. Certo, non c’è rimasto molto di quella mente, solo impulsi ed istinti
primari, ma il dato veramente importante è che il controllo sui rianimati da
lei stessa infettati è totale e più intenso che nella versione precedente ed
anche la trasformazione è più veloce. Ottimo.
Si rivolge ai
poliziotti intorno a lei, ormai irrimediabilmente mutati, e dice loro una sola
parola:
-Seguitemi!-
E loro le obbediscono
senza esitare.
Nell’ufficio
dell’Ispettore Capo Chelm a Scotland Yard tre paia di occhi si fissano
sull’uomo in piedi sulla soglia: biondo, occhi azzurri, vestito blu e maglione
rosso.
-Simon Stroud!- esclama Chelm.
-Che succede?- chiede il detective americano -Sembra che abbiate visto
un fantasma.-
Victoria Bentley gli
si avvicina e lo squadra con un lampo negli occhi, poi, con voce dura gli dice.
-Tu mi hai tradito, mi hai consegnato alla Baronessa Sangue.-[3]
Quella sul volto di
Stroud è un’espressione mista di sorpresa e rammarico.-
-Io l’ho fatto?- esclama -Sì, forse è vero. Questo spiegherebbe perché
mi sono svegliato nella mia stanza in hotel senza alcun ricordo degli ultimi
tre giorni. Sono venuto qui proprio sperando che qualcuno potesse dirmi
qualcosa. Ho provato a cercarti, Victoria ma eri sparita.-
-Grazie a te.- ribadisce la giovane maga -Ma forse dovrei ringraziarti:
sono tornata da quell’esperienza... migliorata.-
-Lo vedo.- commenta Stroud -A proposito, bell’abitino.-
-Come possiamo fidarci di lui?- chiede, diffidente, Kate Fraser -Può
ancora essere al servizio di Lilith. Le sue trappole ci hanno quasi uccisi
tutti l’ultima volta.-
-Anch’io vorrei una risposta a questa domanda.- dice una voce
sferzante.
Sulla soglia, alle
spalle di Stroud è comparso Frank Drake con al fianco Constance Johanssen.
Mare di Somov, Antartide Orientale,
uno dei posti più desolati della Terra . Qui si trova un’isola non segnata in
nessuna mappa, un’isola da cui le scarse forme di vita esistenti da queste
parti preferiscono tenersi alla larga.
Quasi
tutta la sua superficie è occupata da una città che sembra uscita da un incubo.
geometrie impossibili, colonne
composte da ghignanti, allucinanti, gargoyles, torri di marmo e cristallo, solide
muraglie di metallo e roccia da cui trasuda un Male vecchio di eoni. La città
ha un nome: Set Atra-no, la
Città di Set in una lingua da
tempo dimenticata. La città ha anche un sovrano e il suo nome è Thulsa Doom.
Forse un tempo era un essere umano ma di quel tempo
si sono persi i ricordi. In tempi ormai relegati nella leggenda in cui Valusia
era il regno più potente del mondo conosciuto e Atlantide era solo un’isola
popolata da barbari lui era già il mago dalla faccia di teschio. Nemico prima
di Kull il Conquistatore e poi Conan di Cimmeria, Thulsa Doom che ha ingannato
la Morte stessa ed ora è tornato a tessere nuovi intrighi ma sempre con il solito
vecchio scopo: il potere.
Ora siede in una
specie di trono di pietra in un ampio salone del più alto tempio di questa
città del Male vestito di un’elegante tunica azzurra e oro dal
mantello scarlatto e i bordi di bianca pelliccia. La sua testa è un nudo teschio dalle orbite scintillanti e
dalle maniche escono braccia scheletriche. Il tempo ha consumato le carni di
Thulsa Doom ma non il suo spirito. Sta guardando un enorme specchio che è la
sua finestra sul Mondo e lo tiene in contatto con i suoi adepti.
Quello che appare
nello specchio è un salone, illuminato solo dalla luce di
alcune torce in cui si trova un altare di pietra davanti al quale sta” una giovane donna dai lunghi capelli rossi
completamente nuda se si eccettua una cintura istoriata con quelli che sembrano
piccoli teschi di avorio e una collana da cui pende un teschio di diamante che
va a cadere proprio nell’incavo tra i seni. Alla sua destra un’altra donna, di
colore anch’essa nuda a parte dei gioielli di fattura africana alle braccia,
alle caviglie ed intorno alla vita. Poco distante sta uomo dai capelli biondi
vestito di una tunica verde.
-Siamo al tuo
servizio, mio Signore.- dice la donna dai capelli rossi.
-Ho un compito per te, mia fedele Danielle.- afferma Lo stregone millenario.
-Ordina e noi obbediremo.-
Se potesse, Thulsa
Doom sorriderebbe.
FINE SETTANTESIMO
EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Di fatto nulla da
dire. Nel prossimo episodio il ritorno di Lilith, vampiri, licantropi, zombie,
magia, mistero e molto altro.
Carlo